Miscellanea

210614 Politica – della fortuna in
Dire che un uomo politico “è fortunato” non significa che vinca ripetutamente alla lotteria o trovi denari per la strada o sia beneficiato da eventi del genere; significa che nel suo percorso politico egli compie scelte che si riveleranno positive per i suoi intendimenti, che sa contrarre alleanze vantaggiose per i suoi fini, che sa sceglier il tempo e il luogo adatto per avviare e condurre ogni iniziativa, che sa tramutare le avversità in buone occasioni, ecc.  Verso la fine del secondo millennio si sarebbe detto che quell’uomo interpreta adeguatamente “lo spirito del tempo”.
Hegel ha attribuito un significato complesso a questa espressione (in tedesco Zeitgeist) che qui non si riprende, adottandone uno meno idealistico, più pragmatico, come quello che segue.
In ciascun luogo e in una determinata stagione si incrociano flussi, tensioni, energie che attengono agli assetti sociali, agli equilibri economici, alle diverse concezioni politiche, filosofiche, religiose, morali, artistiche, alle consuetudini, alle mode, ecc. Ciascun uomo capta ed interpreta, spesso inconsapevolmente, qualcuno di questi flussi ricavandone indirizzi di comportamento. Tra i tanti, alcuni individui hanno particolari strutture neuronali che consentono loro di sintonizzarsi su più flussi contemporaneamente e di connetterli in modo originale e molteplice: è l’abilità che si riconosce ai “creativi” e in particolare a quegli artisti capaci di produrre innovazioni tali da modificare addirittura la natura dei flussi stessi.
Una capacità del genere si può attribuire a certi attori della politica e questo spiega l’emergere improvviso di figure autorevoli e, a volte, fatali.

In cosa consiste, allora, la fortuna di questi uomini? Nell’essere opera di un caso che li da dotati di un sistema neuronale, di una quantità e qualità di connessioni sinaptiche tali da farne individui straordinari.  

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